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Aiuola in pendenza: cosa funziona e le idee per la prossima stagione

Quando ho iniziato a mettere mano alla nuova proprietà, la prima aiuola su cui mi sono cimentata si è rivelata in assoluto la più difficile…! E’ una parete costituita prevalentemente da ponca (un mix di marna e arenaria) con una coda a ovest di terreno di riporto ricco di sassi e mattoni, al centro alta e ripida, e a est più bassa e sconfinante nel bosco. Questo tipo di terreno risulta molto adatto alla viticoltura, infatti decine di anni fa tutta la collina era coltivata a viti. In questo articolo racconto cosa ha funzionato, cosa no e qual’è il progetto del 2024 per questa aiuola in pendenza.

Aiuola in pendenza: gli inizi

Quando ho iniziato a lavorarci, nella primavera del 2022, la parete era una vasta distesa di … nulla!

Ho pensato di piantare cose basse perchè esteticamente mi sembrava la soluzione più adatta, inoltre questa parete di affaccia sulla strada di accesso, quindi pensare di inserire alberi non era praticabile per il rischio di caduta di rami in un futuro.

La prima pianta che è pensato di inserire è stato il Sedum Rubrotinctum, che avevo visto espandersi abbondantemente e di cui avevo a disposizione ampie scorte. Mi sembrava adatta e interessante anche il Cerastium tormentosum, che ne condivide il portamento tappezzante anche se risulta più delicato e meno vigoroso nella crescita.

Il sedum ha attecchito senza fatica e ha iniziato subito ad espandersi, mentre il Cerastium ha fatto un po’ di fatica e alcune parti dei cuscini che avevo piantato si sono seccate, complice il gran caldo che è arrivato poco dopo il trapianto. Da allora per noi è diventata “La riva dei Sedum”.

L’estate è arrivata veloce e quel terreno apparentemente brullo e inospitale si è riempito di una marea di piante infestanti: gramigna, acacie, ailanto, rovi, erbacce spinose non meglio identificate… Tutte crescevano alla velocità della luce prendendo -ahimè- decisamente il sopravvento sui miei impianti…!

Ho provato a pulire a mano a più riprese durante la stagione estiva ma era una rincorsa contro il tempo e la velocità impetuosa della Natura. A un certo punto ho rinunciato per attendere l’autunno quando, in un paio di pomeriggi, armata di scarponi, guanti di cuoio e roncola, ho pulito tutto.

Il primo autunno

Dopo aver fatto questa pulizia ho sparso abbondanti semi di Nigella Damascena bianca, un fiore alto ed elegante anche se di breve durata, che ha il pregio di autodisseminarsi. Successivamente ho piantato delle Calendule, un Garofanino e qualche Tagete nate da seme, unitamente a tre aceri giapponesi nella parte a est, più fresca e vicina al bosco. Ho pensato che tra gli alberi potessero essere una scelta adatta a causa della crescita lenta e limitata, oltre a essere decisamente belli ed eleganti.

aiuola in pendenza

Aiuola in pendenza: 2023

Nella primavera del 2023 ho piantato:

  • Juniperus Horizontalis Wiltoni: arbusto basso, sempreverde, detto anche Ginepro strisciante per il suo portamento.

  • Muelhenbeckia complexa: perenne sempreverde che crea dei cuscini di piccole foglie tondeggianti, a crescita rapida.

  • Alyssum maritimum bianco: il classico Alisso che si vede sui muretti e nei rocciosi, dove crea cuscini colorati.

  • Melissa officinalis: adoro la melissa! L’ho piantata in alto sperando che si espandesse verso il basso dominando il terreno nei punti più difficili da raggiungere.

  • Vinca Major: perenne sempreverde dalla bella fioritura blu, ha un portamento un po’ disordinato ma una crescita decisamente vigorosa.

A fine Aprile, un giorno, la sopresa: Cerastium tormentosum in fiore, Sedum rubrotinctum ancora rosso dall’inverno, e ciuffi di fiori gialli spontanei.

aiuola in pendenza

Per la prima volta mi è sembrato che l’aiuola stesse prendendo forma!

A Maggio si aggiunge la fioritura del Sedum e delle Nigelle (che mi ero perfino dimenticata di aver seminato!).

aiuola in pendenza

In estate ho aggiunto altri Sedum rubrotinctum ma questa volta ho deciso di concentrarmi su una zona più piccola piantando più fittamente cuscini di minori dimensioni. Ho poi aggiunto un’altra piantina della famiglia dei Sedum, S. spathulifolium, che ha un fogliame glauco a forma di cuore ed è davvero grazioso. Ho fatto anche un tentativo con dei Geranium macrorrhizum che tuttavia non hanno attecchito. A ovest, verso il bosco, ho aggiunto tre bocche di leone che avevo fatto germinare da seme, per portare un po’ di colore e nella speranza che si autodisseminino.

Per mia scelta, data la vastità del giardino e le difficoltà logistiche determinate dalle pendenze, ho deciso di non coccolare troppo le piante: le bagno un pochino i primi tempi dopo il trapianto (e nemmeno tutte) e non le concimo. Dove la pendenza lo consente uso il cippato come pacciamatura ed eventualmente aggiungo un po’ di compost maturo.

Non voglio incaponirmi a ricreare condizioni che non sono quelle del luogo e del terreno. Ciò che sarà adatto sopravviverà e prospererà. Ci sono piante meravigliose per ogni microclima, la mia filosofia è lavorare in concerto con la Natura, lasciandosi guidare senza cercare di imbrigliarla o piegarla al nostro volere. La Natura è più intelligente dell’Uomo.

aiuola in pendenza

Aiuola in pendenza: tiriamo le somme

Guardandomi indietro in vista della nuova stagione, ho notato che le piante che funzionano meglio, e che voglio implementare, sono:

  • Sedum rubrotinctum: attecchisce velocemente senza alcuna cura, si espande, resiste alle basse temperature alle quali si adatta rimpicciolendo le foglie e tingendosi di rosso.

  • Cerastium tormentosum: leggermente più delicato nell’attecchimento, ma una volta che è partito non lo ferma più nessuno. Resiste al caldo come al freddo, alla siccità come all’eccesso di piogge. In primavera la fioritura bianca è davvero graziosa e durante tutto l’anno mantiene un bel colore verde-glauco che in inverno fa un interessante contrasto con il rosso del Sedum rubrotinctum.

  • Nigella damascena: lo spettacolo è breve ma illumina il giardino con la sua leggera eleganza e soprattutto richiede pochissime cure. Spargere i semi in autunno e dimenticarsene. In primavera sorprenderà con i suoi leggeri capolini bianchi.

  • Bocche di leone: semplici, rustiche, facili. Una volta che si insediano tendono ad accrescersi ed autodisseminarsi formando dei cuscini sempreverdi che hanno il pregio di fiorire praticamente tutto l’anno. Nella mia esperienza, se in posizione soleggiata, ritirano i fiori solo durante le gelate.

  • Garofano dei poeti: una pianta da roccioso, mi ha davvero sorpreso. Ho inserito una piantina piccola e sparuta, che però mi ha ripagato con una bella fioritura rosa e si è accestita notevolmente! Sempreverde, forma un bel cuscino glauco anche in pieno inverno.

Le piante che non hanno funzionato e che non ripianterò sono:

  • Tagete: normalmente si accestisce e si autodissemina anche in terreni poco ospitali, qui invece è rimasta piccola e isolata; non è il suo posto.

  • Calendula officinalis: vale lo stesso discorso della Tagete, è una pianta rustica che altrove mi ha dato grandi soddisfazioni senza necessità di cure, invece qui è decisamente stentata.

  • Geranium macrorrhizum: forse il terreno è troppo secco, forse ho sbagliato la stagione del trapianto, fatto sta che non ha funzionato.

  • S. spathulifolium: resta bellissima e in inverno si tinge di violetto, ma ha faticato ad attecchire e non si è espansa, è un peccato metterla in un posto dove il suo spettacolo si perde.

Le piante che voglio sperimentare sono:

  • Trachelospermum jasminoides ‘tricolor’: l’ho acquistato qualche mese fa, è ancora in vaso nel sottoportico. L’ho scelto per la bellezza del fogliame, striato appunto di tre colori: bianco, verde e rosa e per il portamento espanso. Sempreverde, dovrebbe creare dei cuscini ampi e regalare fioritura estiva profumata.

  • Anemone nemorosa: detta anemone dei boschi, è una perenne tappezzante bassa dalla fioritura bianca che vorrei mettere nella parte a est, vicino al bosco.

  • Verbena hybrida: devo ancora acquistarla. L’ho vista dal vivo e la sua capacità di espansione unitamente alla bellezza e alla vivacità della fioritura mi hanno davvero colpito.

  • Lippia nodiflora: come la precedente, è una tappezzante perenne adatta al pieno sole. Si mantiene più bassa e la fioritura bianca è decisamente più discreta. Consigliano di mescolarle per aumentare la resistenza del prato alternativo.

  • Santoreggia: l’anno scorso ho acquistato tre piante che in una sola stagione si sono espanse notevolmente; sempreverde, semplice, bassa, a portamento tappezzante. Siccome ho fatto un po’ di fatica a trovare le piantine lo scorso anno, ho ordinato i semi e proprio oggi li ho piantati! Vediamo che succede!

Conclusioni

Può essere difficile piantumare un’aiuola in pendenza, e talvolta il terreno o l’esposizione ci presentano ulteriori sfide. Sperando come sempre che condividere la mia esperienza possa essere utile, vi auguro di trovare le piante migliori per la vostra aiuola in pendenza e di non scoraggiarvi quando alcune non funzionano. Sperimentare e osservare, con pazienza e umiltà, sono le chiavi del successo!

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