metodo no dig per giardinaggio
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Metodo no dig: esperienza su terreno infelice

Che cos’è la tecnica no dig o metodo no dig

Ho scoperto questa tecnica di giardinaggio grazia a un video Youtube di Charles Dowding, grande esperto del metodo no dig, che usa principalmente per la coltivazione di orti e fiori. La trovo una tecnica intelligente perchè mira a preservare l’integrità del suolo, tuttavia riconosco che richiede un investimento iniziale di tempo e risorse che possono farla sembrare più laboriosa delle pratiche tradizionali. In questo articolo racconto della mia prima esperienza con il metodo no dig, in particolare dove ho seguito la tecnica tradizionale, dove ho fatto di testa mia, pro e contro e risultato finale.

Metodo no dig: cos’è:

Il metodo no dig, che letteralmente significa “non scavare” si compone delle seguenti fasi:

  • si copre il terreno esistente, senza togliere le erbacce, con cartoni o carta. I fogli devono essere ben sovrapposti l’uno con l’altro per non far penetrare la luce e portare quindi a morte le erbe sottostanti. I cartoni devono essere non tinti, e vanno accuratamente tolti tutti i pezzi di scotch.

  • si bagnano i cartoni per favorirne l’adesione al terreno e la decomposizione.

  • sopra i cartoni si deposita uno strato di circa 10 cm di terriccio o compost e si pianta o semina direttamente in quello strato.

Con il tempo la barriera del cartone ucciderà le malerbe infestanti e poi si decomporrà, creando una continuità tra lo strato superficiale di terriccio aggiunto artificialmente e il suolo sottostante. Le radici delle piantine dalla superficie penetreranno nel terreno originario dove troveranno una fitta e benefica rete di microorganismi indisturbata dalle nostre azioni e quindi più integra e attiva.

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La mia esperienza con il metodo no dig

Il mio terreno è in gran parte pendente e fertile, ma ci sono anche delle aree pianeggianti e in alcuni punti è presente del terreno di riporto di scarsa qualità.

L’area a cui mi sono dedicata si trova in piano e ha una forma a striscia, lunga e stretta. Si trova proprio all’ingresso della proprietà, e quindi volevo fare qualcosa per renderla più bella e accogliente. Quando mi sono approcciata al terreno, mi sono ben presto resa conto che il terreno è pessimo. Duro e compatto, pieno di detriti; scavare una buca era un’impresa titanica. Ho pensato quindi che era il punto giusto per sperimentare il metodo no dig!

In azione

Nell’autunno del 2022 ho tagliato alla base le erbacce (quelle, chissà perchè, crescono sempre!) e ho coperto il tutto con cartoni. Mi sono procurata i cartoni nella Farmacia locale, che ricevendo ogni giorno medicinali ne ha una gran quantità da smaltire. Ho scelto quelli marroni, senza scritte, senza tinte, e ho accuratamente tolto tutti i nastri adesivi. Ho quindi disteso i cartoni sovrapponendoli per bene gli uni agli altri. Sapendo che il suolo era povero e andava arricchito, prima di creare lo strato di terreno superficiale ho sparpagliato sui cartoni: foglie secche, ramoscelli caduti ed erba sfalciata. Le piogge hanno fatto aderire i cartoni ben bene al suolo, uccidendo tutte le erbacce sottostanti (sollevando un bordo del cartone si potevano vedere i ciuffi di erba che ingiallivano fino a morire).

Siccome avevo fretta (!) non ho aspettato molto prima di piantare, così già a Dicembre 2022 ho radunato tutti i cestini di bulbose che mi erano stati regalati gli anni precedenti e li ho piantati con il loro panetto di terra e ben coperti da uno strato di foglie secche al di sopra dei cartoni in un’estremità della striscia. Si trattava di muscari e giacinti, unitamente a qualche primula. Per dare l’impressione di una vera aiuola, pur rustica, ho raccolto sassi e pietre nei dintorni e creato un bordo di contenimento.

Il terriccio…

Successivamente è arrivato il momento di creare lo strato di terra in cui piantare, alto una decina di centimetri. Ed è qui che ho sbagliato. Infatti non ho usato terriccio “sterile” o compost, ma ho avuto la tracotanza di rifornirmi direttamente in loco in un piccolo pendio un po’ eroso, dove la terra sembrava brulla… Non sapevo quello che stavo facendo…!

Nella mia beata ignoranza ho proceduto a piantumare più densamente aggiungendo:

  • un pennisetum alupericoides
  • una mulhenbergia capillaris
  • alcune piante di stachys bizantina
  • una pianta di melissa
  • un paio di anemoni giapponesi
  • un aster violetto
  • una pianta di citronella
  • alcune piante di bocche di leone che avevo cresciuto da seme
  • due piantine di timo, sempre da seme
  • alcune calendule da seme

Più la primavera avanzava, più mi rendevo conto che la terra che avevo usato era piena zeppa di semi di infestanti! Mentre inizialmente le erbacce erano poche e piccole e riuscivo a estirparle manualmente, con il passare del tempo hanno preso letteralmente il sopravvento e ho salvato la situazione solo grazie al cippato.

No dig: i risultati

Lungo la via ho perso alcune piante, in primis la citronella, ma per causa mia: avevo infatti completamente sbagliato il posto. Infatti la citronella, che mi intrigava per il potere repellente sulle zanzare, vuole luce, umidità e terreno ricco. Dove l’ho messa io riceveva solo luce…! Gli anemoni poi sono rimasti molto piccoli, anche se hanno pur sempre fiorito. Dopo aver depositato lo strato di cippato le erbe infestanti sono state virtualmente assenti.

A distanza di un anno abbondante posso dire che il metodo ha funzionato alla grande, perchè sono riuscita a piantumare una zona davvero inospitale, su un terreno davvero pessimo, che senza il metodo no dig avrei dovuto rassegnarmi a tenere al massimo falciato a erba. L’aiuola non ha ancora l’aspetto definitivo, siamo ancora in fase di sperimentazione, ma sono soddisfatta del risultato parziale e soprattutto del potenziale che ha dimostrato.

In conclusione

Il metodo no dig funziona! A mio parere è sensato, valido, intelligente. Bisogna però avere la pazienza di fare in maniera corretta tutti i passi necessari. Cercare i cartoni giusti, disporli correttamente sovrapposti, bagnarli, creare uno strato di TERRICCIO O COMPOST nel quale piantare direttamente piantine giovani. Siccome lasciare la terra scoperta non è mai una buona cosa, si può scegliere due vie. Una strada è piantare fittamente fin da subito in modo che crescendo le piante vadano a toccarsi le une con le altre coprendo velocemente il terreno. La seconda è coprire gli spazi tra le piante con dei materiali. In questo caso possiamo usare la pacciamatura, che con il tempo contribuisce all’arricchimento del terreno, oppure materiale inerte come la ghiaia, a scopo prevalentemente decorativo.

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